Tuesday, November 22, 2011

Ama Dablam 2011: how it went


English

End result: Lobuche, Island, but no Ama.

And this is how it went:

On our climbing period there were appr.16 expeditions on the mountain.
This made climbing really strategic with the logistics – tent places on camps 1 and 2 are very limited.
Also the climbing sections from camp 1 to 2 and 3 are quite technical, which makes carrying the camping gear up and down quite tricky.
The options were few: Summiting from Camp 1 is very strenuous, and means descending in the dark, tired - risky. Summiting from Camp 2 requires awkward night at the filthy and crowded camp, but the ascent and descent are ok. Summiting from Camp 3 (or 2,7) on the other hand requires to drag the camping equipment up and down, which slows down the climbing significantly. So we opt for the second option, summiting from the Camp 2.

Sat 13.11.
Our plan was to climb the quite technical part to Camp 2, prepare the tent there and return sleeping back to Camp 1. During the first days of the expedition we met Aleksei, a Russian climber, and Rinsen, his climbing sherpa. These two climbers wanted to sleep at Camp 2, but there was no space left for their tent. So we decided to let them use our small Black Diamond tent that night, if they wanted  (while we ourselves were sleeping down on Camp 1).

Sun 14.11.
The day after Aleksei and Sherpa Rinsen were meant to reach the summit, while we were one step behind, moving to Camp 2 for the next night.
Alberto hurt his finger, got a cut from a rock.

During that same day, appr.200m before the summit during sunset, Aleksei began to have serious high altitude problems, which eventually brought him to death.

Mon 15.11.
“Summiting day”. We left the Camp 2 at around 3am. Climbing felt easy, and we were proceeding in good speed.
But  when we reached the Camp 3 at 06:30, furious wind prevented us from continuing. We escaped the harsh weather to the Camp 3 emergency tent, to wait the wind to settle.

Already inside the tent we found also Sherpa Rinsen. Sad and shaken Rinsen told us what had happened to Aleksei - he had been forced to leave the client body alone up on the mountain because of the weather.

At the same time Alberto was suffering with infected wound on his finger, getting worse for the cold.

The strong wind, the dramatic news and hand troubles made us to decide to retrieve back down to base camp and wait for another summiting opportunity - this clearly wasn’t the day to push ourselves to the top.

Tue 16.11. – Thu 18.11.
Our cook Kul needed to leave the base camp after three weeks of service done, and we thought to take a short break as well and visited Namche Bazaar, buying some more food, healing the infected hand wound and waiting for the perfect weather window approaching for finalizing our summiting.

But on Thursday, when informing our agency about our returning plans, it turned out that the agency had already closed our climbing permits.
Seems that when our base camp was taken down by the kitchen staff, the agency had thought that we had finished the expedition as well, and so they declared the expedition finished to the Nepalese Tourism Minister (as a normal obligatory procedure).
Meaning our climbing permits were not valid anymore.

Bollocks.

After lots of phone calls and hassle it finally turned out that nothing could be done anymore – we could either climb illegally or go home. And since we were eager to return back to Nepal later on also, the first option was impossible. So we repacked everything and headed back to Lukla.

Frustrated? For sure. Regrets? No.
Just raising the level for the next one. We have proved ourselves, that we can reach even higher.

Next target: South America








Italiano

Risultato finale: Lobuche e Island Peak, sì. Ama Dablam no.

Ecco come è andata:

Nei giorni in cui abbiamo arrampicato noi, c'erano circa 16 spedizioni sulla montagna, il che ha reso la logistica una parte starategica della salita, infatti i posti tenda ai campi 1 e 2 sono molto limitati.
Anche i tratti di arrampicata dal campo 1 a 2 e 3 sono molto tecnici, il che rende il trasporto dell'attrezzatura da campo portando abbastanza difficile.
Le opzioni erano poche: salire direttamente dal Campo 1 è molto faticoso, e significa scendere al buio, stanchi. Rischioso. Scalare dal Campo 2 richiede una notte scomoda in un campo sporco e affollato, ma la salita e la discesa sono ok. Scalare dal campo 3 (o 2,7) d'altra parte richiede di trascinare l'attrezzatura da campo su e giù, il che rallenta la salita in modo significativo. Così abbiamo optato per la seconda opzione, salire dal Campo 2.

Sab 13.11.
Il nostro piano era quello di scalare la parte abbastanza tecnica fino al Campo 2, sistemare la tenda lì e tornare a dormire al campo 1. Durante i primi giorni della spedizione abbiamo incontrato Aleksei, uno scalatore russo, e Rinsen, il suo sherpa e compagno di scalata. Volevano dormire al Campo 2, ma non c'era spazio per la loro tenda. Così abbiamo deciso di prestarglila nostra piccola tenda Black Diamond, per quella notte, se volevano (mentre noi eravamo al Campo 1 a dormire).

Dom 14.11.
Il giorno dopo Aleksei e Sherpa Rinsen avevano in programma di raggiungere la vetta, mentre noi, un passo indietro rispetto a loro, avremmo passato la notte successiva al campo 2.
Inoltre Alberto ha rimediato un taglio a un dito ferendosi sulla roccia.

Quello stesso giorno, a circa 200m dalla cima, mentre il sole tramontava, Aleksei ha cominciato ad avere seri problemi dovuti all'alta quota, che alla fine sarebbero avrebbero portato alla sua morte.

Lun 15.11.
Il "Giorno della Cima". Abbiamo lasciato il campo a 2 alle 3 di mattina. L'arrampicata sembrava facile, e guadagnavamo terreno con una buona velocità.
Quando abbiamo raggiunto il Campo 3 alle 06:30, però, un vento furioso ci ha impedito di continuare. Siamo sfuggiti alla intemperie trovando rifugio nella tenda di emergenza al Campo 3 , ad aspettare che il vento calasse.

All'interno della tenda abbiamo trovato anche Sherpa Rinsen, che triste e scosso ci ha raccontato cosa era successo ad Aleksei. Rinsen era stato costretto a lasciare il corpo del cliente da solo sulla montagna, a causa del tempo.

Nel frattempo la ferita di Alberto si era infettata, e peggiorava a causa del freddo.

Il forte vento, le notizie drammatiche e la ferita alla mano ci hanno fatto decidere di tornare indietro, al campo base, e aspettare un'altra occasione per la salita. Questo, chiaramente, non era il giorno giusto per salire.

Mar 16.11. - Gio 18.11.
Dopo tre settimane di servizio, il nostro cuoco Kul doveva lasciare il campo base, e abbiamo pensato di prenderci una breve pausa anche noi, e siamo andati a Namche Bazaar, abbiamo comprato altro cibo, medicato la ferita infetta alla mano e aspettato una finestra di bel tempo per portare a termine la nostra scalata.

Ma giovedì, nell'informare la nostra agenzia sui nostri piani di ritorno, abbiamo scoperto che l'agenzia aveva già fatto scadere i nostri permessi arrampicata.
Pare che quando il nostro campo base è stato smantellato dal personale di cucina, l'agenzia aveva pensato che avessimo finito la spedizione pure noi, e così ne hanno dichiarato la conclusione al Ministero nepalese del Turismo (una normale procedura obbligatoria).
I nostri permessi non erano più validi.

Sfortuna.

Dopo un sacco di telefonate e sforzi, abbiamo capito che non si poteva più fare nulla, Avremmo potuto salire illegalmente o andarcene a casa, e dato che abbiamo in programma di tornare in Nepal la prima opzione era impossibile. Così abbiamo impacchettato tutto e siamo tornati a Lukla.

Frustrati? Di sicuro. Rimpianti? No.
Abbiamo solo alzato il livello per il prossimo progetto. Abbiamo dimostrato a noi stessi che siamo in grado di a andare ancora più in alto.

Prossimo obiettivo: Sud America



2 comments:

  1. Peccato ragazzi!
    Noi eravamo qui, nell'aria limpida e pura di Monfalcone, a 7 m.s.l.m., attorniati dagli imponenti rilievi della Rocca a fare il tifo per voi!
    Ma tutto sommato è stata una bella esperienza...beh, chissà che non ci si incontri ANCHE in Sud America...
    Un abbraccio e bentornati!
    Fede & Andy

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  2. Thanks Fede, see you soon! Good to be back.

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